La mostra vorrebbe essere articolata anche sui rapporti angolari tra le opere; un desiderio che mi accompagna da decenni è di unire i tempi, i contrasti, gli appoggi.
Il “Letto” , metalli e vegetale attendono il peso, le nuove impronte modificanti.
In “Per purificare le parole” i tre giavellotti sollevano l’ampolla di pyrex, la quale aspetta che l’alcool purifichi...spiritualizzi.
Il “Marrano con treccia” si gonfia, sibila, si contorce e ruota.
La “Canoa aggettante” è sollevata e rifiuta l’ultimo approdo, innalza il liquido irrorante.
La “Stella calibrata” sorregge-sorretta le alchimie, le misure degli strumenti dell’arte.
I richiami si “tramano” da un’opera all’altra, indicano, e si confondono in un viaggio di mezzo secolo...
Vogliono oscillare di felice spossatezza. Non c’è fallimento, forse c’è nostalgia del futuro.
Arriva il buio, torna la memoria e forse la seminagione cosmica si avvicina alle note.
Gilberto Zorio, novembre 2016