Come già annunciato inviando il programma completo della manifestazione, la rassegna dedicata alla videoarte europea riprende alla Galleria de’ Foscherari giovedì 6 aprile alle ore 18 con le proiezioni elencate in seguito.
La manifestazione, promossa e organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Galleria, era stata inaugurata al cinema Lumière, in occasione di Artefiera, con un omaggio a una grande artista quale Marina Abramovic, e ora riprende la propria rivisitazione della videoarte europea del ventennio 1970-1990.
Il programma del prossimo giovedì comprende due significative opere dell’artista austriaca (è nata a Linz nel 1940) di fama mondiale VALIE EXPORT, un nome d’arte assai interessante e perché preso da una marca di sigarette (la sua posizione contro la mercificazione dell’arte è molto radicale) e perché così ha inteso sostituire i cognomi “maschili” del marito e del padre. VALIE infatti ha partecipato al movimento femminista fin dalle origini e la sua amplissima e articolata produzione può essere pota sotto il segno della creatività femminile arricchita dalla provocazione sessuale nei confronti dei maschi. E’ stata premiata con l’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca.
Un video del poliedrico Jean-Paul Fargier, che costituisce un omaggio appassionato a Nam June Paik, un padre riconosciuto dell’arte elettronica, del quale lo scorso anno è stata proiettata un’opera in Galleria. D’altra parte Fargier suole rendere omaggio ai grandi della videoarte, come ad esempio Bill Viola, al quale ha dedicato, fra l’altro, un bellissimo documentario e un libro, tradotto anche in italiano. “Poliedrico”, si diceva, perché Fargier, nato a Aubenas nel 1944, che vive e lavora a Parigi, è regista cinematografico, produttore, giornalista, critico d’arte e di cinema, infine romanziere. Ovviamente, è anche docente universitario (Paris 8).
Un’opera di Nam Hoover, che, nata a New York nel 1931, ha vissuto in Europa praticamente dal 1962, prendendo poi la cittadinanza olandese. E’ morta a Berlino nel 2008. Prima di diventare una performer e dedicarsi al video, Hoover faceva la pittrice e ciò ha lasciato un segno su tutta la sua opera, dove sempre si intravvede l’approccio pittorico alla immagine. Dotata di finissima sensibilità, ha esplorato originalmente i nuovi media raggiungendo una fama internazionale. Le sue performance e le sue installazioni sono state esposte nei maggiori musei del mondo, nonché accolte nelle maggiori mostre d’arte (nel 1984 alla Biennale di Venezia).
Conclude la serata un intrigante video di Lydia Schouten, anch’essa di nazionalità olandese (è nata a Leyda nel 1948), ma sarebbe più giusto definirla cittadina del mondo, visti i suoi innumerevoli viaggi ovunque e ovunque ha lasciato almeno un segno della sua creatività. Femminista e critica radicale della società contemporanea, ha spinto il suo sguardo audace anche sul tema scabroso della prostituzione. Le sue installazioni, spesso di grandi dimensioni, sono state ospitate nei più prestigiosi musei di ogni paese.
GIOVEDI 6 APRILE ORE 18.00
Raum Sehen und raum horen (Austria/1974) di VALIE EXPORT (9'22'')
Breath text breath: Love Poem B (Austria/1970-73) di VALIE EXPORT (2'23'')
L'arche de Nam June Paik (Francia/1981) di Jean Paul Fargier (22')
Three Pieces (Paesi Bassi/1983) di Nan Hoover (10')
I feel like boiled milk (Paesi Bassi/1980) di Lydia Schouten (12'05'')
Totale: 55'50''
Il programma sarà presentato da Lola Bonora, che ha contribuito sostanzialmente a formularlo, e da Vittorio Boarini
L’ingresso alle proiezioni è libero.